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Ammaliando Il Suo Furfante
Dawn Brower


La Grande Guerra porta Catherine e Ash l'uno nella vita dell'altra. Solo il tempo dirà se è loro destino stare insieme, o se alla fine serviranno uno scopo superiore. Lady Catherine Langdon è speciale, e non perché è la figlia di un duca. Proviene da una lunga linea di individui nati con doni straordinari, e lei è una dei pochi ad avere una variante di tutti e tre. Sull'orlo di una guerra, prende una decisione che altererà in modo irrevocabile il corso della sua vita – amore o dovere. Asher Rossington, il Marchese di Seabrook, ha deciso in giovane età che non avrebbe vissuto una vita oziosa. Suo padre gli aveva proibito di diventare una spia per la corona, ma aveva deciso di ignorarlo. Ash non si è mai pentito della sua scelta, ma avrebbe voluto rimettere a posto il suo rapporto col padre prima che egli morisse. Ora, con il destino del mondo in tumulto, ha un'altra difficile decisione da prendere – restare una spia per il re e il Paese, o tornare a casa e onorare il titolo di suo padre. La Grande Guerra porta Catherine e Ash l'uno nella vita dell'altra. Solo il tempo dirà se è loro destino stare insieme, o se alla fine serviranno uno scopo superiore.





Dawn Brower

Ammaliando il Suo Furfante




AMMALIANDO IL SUO FURFANTE


UN ROMANZO DI LEGATI ATTRAVERSO IL TEMPO




DAWN BROWER




MONARCHAL GLENN PRESS


Questo ГЁ un lavoro di finzione. Nomi, personaggi, luoghi e eventi sono prodotti dall'immaginazione dell'autore o sono usati fittiziamente e non devono essere interpretati come reali. Qualsiasi somiglianza con luoghi, organizzazioni o persone reali, vive o morte, ГЁ del tutto casuale.

Charming Her Rogue 2018 Copyright В© Dawn Brower

Cover Artist e Edits Victoria Miller

Tradotto da Aurora Torchia

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro puГІ essere utilizzata o riprodotta elettronicamente o stampata senza autorizzazione scritta, tranne nel caso di brevi citazioni contenute nelle recensioni.




RINGRAZIAMENTI


Grazie a quelli che mi hanno aiutato a rifinire questo libro. Elizabeth sei la mia numero uno. Sei la migliore. Grazie ancora una volta al mio fantastico editor, Victoria Miller. Mi rendi una scrittrice migliore e senza di te non sarei dove sono oggi.


Nella vita ci troviamo di fronte a molte scelte. Questo libro parla di lealtà, dovere e amore. Ognuno di questi gioca un ruolo nelle decisioni prese dai personaggi – decisioni che non sono mai facili, ma questo è il fulcro della vita. Non siamo mai certi di quale svolta dovremmo prendere o se è quella giusta. Di frequente non lo scopriamo finché non è troppo tardi per modificare il nostro corso. Questo libro è per tutti coloro che sono incerti sul loro futuro, ma vanno avanti nonostante le avversità. Continuate a combattere, a vivere e ad amare. Questa è l'unica cosa che potete fare. Semplicemente siate voi stessi.







CAPITOLO UNO


18 Giugno, 1914



Lady Catherine Langdon faceva roteare lo champagne nel suo bicchiere, fissando le bolle mentre scoppiavano contro il lato del cristallo. La musica echeggiava per tutta la stanza mentre un violinista suonava le Quattro Stagioni di Vivaldi. Catherine avrebbe preferito qualcosa di un po' piГ№ rilassante per alleviare il suo attuale disagio, ma non aveva molta possibilitГ  di scelta in nulla della sua vita. Si considerava una donna moderna, eppure doveva continuare a seguire i dettami della societГ .

A ventun'anni, le sarebbe piaciuto essersi trovata una propria residenza e usare la sua eredità come meglio credeva. Non sarebbe stato questo il suo destino, però. Suo padre si era assicurato che lei avesse un tutore per tutti i suoi beni, e lei non avrebbe avuto il controllo dei suoi fondi per altri quattro anni. Se si fosse sposata, sarebbero andati a suo marito. Catherine non aveva alcuna intenzione di permettere che qualcosa di così arcaico le accadesse. Nessun uomo avrebbe mai avuto potere su di lei.

"Trovate anche voi queste cene deprimenti?" chiese un uomo dietro di lei.

Era così presa dai suoi pensieri che non aveva notato la sua presenza finché non aveva parlato. Catherine si voltò a guardarlo. Era alto e imponente. Alcune donne avrebbero potuto essere intimidite da ciò, ma non Catherine. Aveva capelli biondi dorati con riflessi su tutta la loro lunghezza che suggerivano trascorresse del tempo all'aperto in pieno sole. Un ciuffo pendeva dalla fronte in un ricciolo seducente. I suoi occhi erano come smeraldi scintillanti che la ipnotizzarono per qualche breve istante fino a quando non riacquistò la sua compostezza.

"Possono essere piuttosto noiose" confermò. "Ma sembrano essere una necessità per l'ambasciatore." Sir Benjamin Villiers, il suo tutore, lavorava come segretario dell'ambasciatore. Catherine viveva in Francia con lui dalla morte di suo padre oltre un anno prima. Alcune donne sarebbero state entusiaste di vivere a Parigi e avere accesso alle ultime mode, ma non lei – lei mai. I capelli scuri di Catherine provenivano da suo padre, l'ex Duca di Thornly, ma gli occhi color blu zaffiro erano di sua madre. Il titolo del padre era passato a un cugino che conosceva a malapena. Sua madre era morta di parto, dopo una delle tante volte in cui aveva cercato di dare al duca un erede di cui aveva disperatamente bisogno – o più precisamente – desiderava. Sfortunatamente, né sua madre né il bambino erano sopravvissuti. Era completamente sola al mondo, e qualche volta era più di quanto potesse sopportare.

Voleva molto di piГ№ che bei vestiti e ninnoli splendenti. Certo, erano carini e apprezzava di non doversi preoccupare dei soldi. Alcune cose erano molto piГ№ importanti perГІ. Stava segretamente studiando per diventare infermiera. Sir Benjamin sarebbe stato inorridito se lo avesse scoperto. Pregava affinchГ© continuasse a rimanere all'oscuro del suo passatempo. Con l'attuale clima nel mondo politico, temeva che tali abilitГ  avrebbero potuto rivelarsi necessarie, anche se pregava che il suo istinto si rivelasse sbagliato.

Ai membri della sua famiglia erano stati conferiti certi doni che risalivano a secoli prima. Alcuni dei suoi antenati erano stati perseguitati come streghe. Sua madre era una diretta discendente di quella schiatta, e ora lo era lei. Il nome di Catherine proveniva da una variante di quello di una di quelle streghe di tanto tempo prima: Caitrìona. Anche Catherine aveva lo stesso dono della donna che era stata condannata come malvagia e serva del diavolo. Quelli che non comprendevano le loro abilità sceglievano di credere che le persone che le possedevano fossero immorali, ma la sua famiglia considerava le loro capacità una benedizione da parte di qualche entità benevola.

La particolarità dei doni era questa: a volte comparivano in triplette. Era stata in qualche modo benedetta con tutte le abilità, ma una era più forte di tutte le altre. Le sue premonizioni non arrivavano in lampi, ma più come sensazioni enfatizzate dalle emozioni delle persone intorno a lei. La sua abilità più forte e più affidabile era incentrata su questa amplificazione, e a volte aveva difficoltà a decifrare cosa significasse tutto ciò. Quell'uomo emanava con estrema forza una cosa – segreti. Stava nascondendo qualcosa, e qualunque cosa fosse poteva potenzialmente avere un impatto sul mondo.

"Alcune persone hanno bisogno di eventi sociali per funzionare" disse lui in tono piatto. "Io non sono mai stato tipo da farci affidamento. A voi piacciono?"

"Non particolarmente" rispose lei. "Come avete affermato, sono piГ№ noiosi che divertenti. Se non vi piacciono, cosa vi porta a questo in particolare? Gli ospiti dell'ambasciatore sono generalmente del tipo prestigioso."

Aveva incontrato numerose persone che si vantavano della loro importanza. Catherine non aveva trovato nessuno di loro particolarmente degno di nota. Non si era mai affidata ai suoi doni per avere una qualche epifania al loro riguardo. Nella sua esperienza, se qualcuno parlava molto di sГ©, di solito significava che era di scarsa importanza. Erano quelli silenziosi che doveva osservare e capire. Come quell'uomo, che aveva iniziato la conversazione, ma non aveva detto molto su sГ© stesso.

"Non ГЁ mia abitudine vantarmi delle mie connessioni." AllungГІ una mano e afferrГІ un bicchiere di champagne da un cameriere mentre passava. L'uomo se lo portГІ alle labbra e sorseggiГІ il liquido frizzante. Ancora una volta, Catherine si ritrovГІ ipnotizzata da lui, dalle sue azioni e dalla sua indolenza. Tutto di lui rimaneva un enigma. A che gioco stava giocando? AbbassГІ il bicchiere e incontrГІ lo sguardo di lei. "Non pensate che sia molto meglio mimetizzarsi e non permettere a nessuno di notarti?"

Non capiva come sarebbe mai stato in grado di rendersi invisibile. Era di gran lunga l'uomo piГ№ bello della stanza, ed emanava fascino e arroganza, ma forse le stava mostrando solo quella parte di sГ©. Sembrava un uomo composto da diverse sfaccettature. Aveva il suo fascino, la natura disinvolta che mostrava al mondo, ma i suoi occhi avevano un'oscuritГ  in loro che suggeriva avesse qualcosa da nascondere. Ma non aveva bisogno di affidarsi completamente alle supposizioni. Era nata con la capacitГ  di vedere oltre le facciate che le persone usavano per nascondere chi erano veramente. Quell'uomo aveva un'aura che urlava segretezza. "Non sono mai stata granchГ© il tipo da fare da tappezzeria" rispose lei. "Mi piace l'interazione sociale, la maggior parte delle volte." In effetti, ne aveva quasi bisogno.

Lui inclinГІ la testa. "No, infatti. Una donna come voi si distingue in mezzo alla folla. Dovete avere numerosi pretendenti."

"Non particolarmente" rispose lei. "Almeno non qui in Francia. A casa ne avevo qualcuno." Nessuno di loro le faceva battere il cuore più forte o rendeva il suo respiro affannoso. Quell'uomo sì però. Qualcosa in lui le faceva desiderare di avvicinarsi, di toccarlo, e forse persino di premere le labbra contro le sue. In poche parole, era pericoloso per il suo benessere, e ancora non conosceva nemmeno il suo nome.

"Г€ un vero peccato." SorseggiГІ di nuovo il suo spumante. "Ritengo che voi siate come questo champagne. Dolce, stuzzicante e traboccante di piacere dopo un assaggio."

Doveva essere un furfante della peggior specie. Un gentiluomo non avrebbe detto cose così oltraggiose a una signora. La credeva un'accompagnatrice assunta per il divertimento degli uomini alla festa? Non c'erano molte donne presenti. Tale era la natura degli incontri politici: le donne restavano a casa il più delle volte. Le altre signore erano mogli di diplomatici e dei loro impiegati. Catherine era l'unica donna non impegnata presente. Forse però stava leggendo troppo nella sua affermazione.

"Signore, siete troppo audace." Strinse gli occhi fissandolo. "Insisto affinchГ© vi scusiate."

SollevГІ un sopracciglio. "Non siete nessuna delle cose che ho menzionato?" Le sue labbra si inclinarono verso l'alto in un sorriso peccaminoso. Accidenti a lui e al suo splendido viso. "Non lo credo."

"Non sono una donna che potete insultare senza conseguenze." Era la figlia di un duca, dannazione. Catherine sollevГІ il mento e lo trapassГІ con il suo sguardo piГ№ altezzoso. "Non sapete chi sono?"

Lui ridacchiò leggermente. "Penso che tutta la Francia sia consapevole del vostro lignaggio – certamente tutti in Inghilterra lo sono."

Catherine fece un respiro profondo e si preparò per l'imminente litigio. Quell'uomo la prendeva per il verso sbagliato – e giusto allo stesso tempo. Desiderò con fervore che non lo trovasse così attraente. Il suo corpo quasi ronzava di gioia in sua presenza. Aveva sempre seguito il suo istinto in passato; comunque, pensava che con lui avrebbe fatto meglio a essere prudente. Era in grado di nascondere parte di se stesso ai suoi doni, e non poteva fidarsi di lui per questo motivo. Cosa lo rendeva speciale?

"Allora perché continuate a essere così scortese?" Per quanto si sforzasse, non riusciva assolutamente a discernere la sua motivazione per essere così arrogante e condiscendente. Lei era cortese con tutti, ma le stava facendo venir voglia di dare un pugno a qualcuno per la prima volta in tutta la sua vita. "Che cosa ho fatto perché voi vi comportiate così con me?"

"Nulla." ScrollГІ le spalle. "Mi incuriosite, e ho pensato di saggiare il vostro coraggio."

"Ohh…" Se fosse stata una signora incline a lasciarsi andare a scenate, avrebbe già battuto i piedi e urlato a squarciagola. "Siete insopportabile."

"Grazie." Le sue labbra si contrassero, e il divertimento gli balenГІ dagli occhi in modo evidente. "Mi vanto di essere in grado di stuzzicare le persone nei modi piГ№ inaspettati."

Lei alzГІ gli occhi al cielo. "In tal caso, considerate il vostro obiettivo raggiunto."

A Catherine non piaceva. Era il peggior tipo di uomo esistente e non riusciva a capire cosa avesse trovato così irresistibile in lui prima. Poteva andare all'inferno per quanto la riguardava. Sarebbe stato un giorno felice se non fosse mai più entrata in contatto con lui. Alcuni bei diavoli non avrebbero dovuto essere incoraggiati, e lui era in cima alla lista.

"Non si dovrebbe ballare a questi eventi?" Si guardГІ intorno nella stanza. "Sembra che la maggior parte della gente si accontenti di parlare di argomenti sciocchi al punto da farmi addormentare."

"Fatemi indovinare" cominciГІ. "Voi considerate voi stesso e tutto ciГІ che vi riguarda l'epitome di tutto ciГІ che ГЁ entusiasmante nel mondo." Che Dio la salvasse dagli uomini che pensavano che il mondo ruotasse attorno a loro. Non aveva bisogno che persone simili le prestassero attenzione.

"Niente affatto" rispose tranquillamente. "Ma non sono così noioso da rischiare di ridurre individui in stato catatonico." Fece un cenno a un gruppo vicino. "Guardateli bene – le loro stesse facce alludono alla placidità – praticamente dormono in piedi."

Catherine sospirò. "Se per voi è un inferno perché siete ancora qui?" Del resto, perché stava continuando a conversare con lui? Era ben oltre il livello dell'irritazione ed era entrata nel totale fastidio. "Potreste andare a casa, e tutto andrebbe per il meglio nel vostro mondo, Signor –"

"Lord" la interruppe. "Non sono mai stato un semplice signore."

Certo che era un lord. Arroganza come la sua veniva naturalmente ad alcuni, ma quelli della sua stirpe venivano allattati con essa. Non c'era da stupirsi che la stesse emanando con la stessa facilità con cui respirava e non si scusasse per questo. "Sia come sia…" Pregò silenziosamente di avere pazienza. "Per rispondere alla vostra domanda precedente, questa non è mai stata pensata per essere il tipo di riunione da ballo. È una cena in cui si conversa. Se volete di più, dovreste partecipare al ballo che ci sarà più avanti questa settimana. Sono sicura che un lord come voi non avrà problemi a trovare una partner di ballo disponibile."

"Ballerete con me?" Le sue labbra si inclinarono verso l'alto in un sorriso peccaminoso. La sua arroganza e sicurezza di sГ© le fluivano attraverso a ondate. "Г€ per questo che mi avete suggerito di partecipare al prossimo ballo, vero?" SollevГІ un sopracciglio con aria interrogativa.

La cosa gentile sarebbe stata dire di sì. Era quello che si aspettava da lei, dopotutto… "Assolutamente no." Non riuscì a impedirsi di dirlo. "Non credo che arriveremmo a un brano completo prima che io desideri strangolarvi. È meglio evitarci entrambi questa conclusione disastrosa."

Invece di essere offeso, fece un largo sorriso come se si fosse complimentata con lui. Era un tale bastardo bastian contrario. "Penso mi piacciate."

"Per favore, non fatelo" supplicГІ lei. "Non ho bisogno che siate affascinante. Piacervi ГЁ l'ultima cosa che desidero fare."

All'inizio della loro conversazione non avrebbe voluto altro. Ora che aveva passato un po' di tempo in sua compagnia, aveva cambiato idea. Poteva essere bello, e qualcosa in lui poteva attirarla, ma era completamente sbagliato per lei. Nella sua esperienza, era meglio tagliare tutti i legami in situazioni come quelle. Catherine non aveva bisogno di un cuore spezzato nella sua vita.

"Ah" si fece un po' piГ№ vicino. Il calore scorreva da lui a lei a ondate. "Ma mi trovate affascinante. Se vi puГІ essere di aiuto, sono ugualmente incantato da voi."

"Vi assicuro che non era mia intenzione." Le sue guance arrossirono mentre si scaldava dall'interno. SorseggiГІ il suo champagne distrattamente per mancanza di altre risposte alle sue attenzioni. "Non prendetela a cuore."

"Temo di averlo giГ  fatto." SollevГІ il bicchiere di champagne in segno di saluto. "Ma so quando fermarmi. A voi, mia cara, Lady Catherine." Bevve un sorso dopo il brindisi e poi fece l'occhiolino. "Fino a quando non ci incontreremo di nuovo, perchГ© sono sicuro che lo faremo."

Con quelle parole, uscì dalla stanza. Nessuno se ne accorse e lei si chiese per un attimo se l'avesse immaginato. No, le sue premonizioni non funzionavano in quel modo. Era reale e presente. Non poté fare a meno di credere che le sue parole di addio fossero un presagio: lei avrebbe voluto almeno che si fosse presentato. Sarebbe stato bello sapere il nome… Catherine immaginava si sarebbero incrociati altre volte. In qualche modo, in qualche maniera, le loro vite erano intrecciate. Non aveva mai sbagliato prima; tuttavia, questa era la prima volta che la cosa la terrorizzava e la rinvigoriva allo stesso tempo.




CAPITOLO DUE


L'appartamento che Asher Rossington, il Conte di Carrick, si era assicurato per il suo periodo a Parigi, aveva poco da offrire. La sua casa in Inghilterra aveva uno stile più lussuoso, ma non ci si poteva aspettare nient'altro da Seabrook. Suo padre – l'attuale Marchese di Seabrook – aveva pensato gli servisse esplorare un po' il mondo. Con fondi limitati a sua disposizione, Asher non vedeva il motivo di affittare qualcosa di più elaborato. Tutto ciò di cui aveva bisogno era un posto dove dormire in relativa pace e conforto.

Ciò che suo padre non sapeva era che Asher era impegnato attivamente in una missione segreta con il Conte di Derby, che lavorava a stretto contatto con il Sottosegretario di Stato per la Guerra. Per qualche ragione, la vecchia capra non si fidava di suo cugino, Sir Benjamin Villiers, che attualmente lavorava per l'Ambasciatore del Regno Unito in Francia. La posizione dava a Sir Benjamin l'accesso a una certo numero di funzionari stranieri. Asher non sapeva cosa avesse fatto per far sì che suo cugino diffidasse di lui a quel modo, ma non vedeva alcuna ragione per non poter fare un piccolo lavoro di spionaggio mentre era in viaggio alla ricerca di sé stesso. Era una cosa di famiglia, dopotutto. Il suo bis-bisnonno – Dominic Rossington, il decimo Marchese di Seabrook – era stato una spia durante le guerre napoleoniche. Gli piaceva l'idea di seguire le sue orme.

Un bussare echeggiГІ attraverso la stanza. Asher fissГІ la porta come se fosse stata una sostanza estranea. Chi diavolo poteva mai esserci dall'altra parte? Certo, aprire gli avrebbe dato la risposta a quella domanda, ma non aveva voglia di fare lo sforzo. Se avesse ignorato la cosa abbastanza a lungo, sarebbero andati via e lui sarebbe riuscito a farsi lasciare in pace. La persona bussГІ di nuovo. Asher sospirГІ, poi si alzГІ e si avvicinГІ. Quando raggiunse la porta, la spalancГІ.

"Telegramma, monsieur" disse un ragazzo e gli porse una busta, poi se ne andГІ.

La parte anteriore della busta era indirizzata al Marchese di Seabrook. "Aspetta, non è per me." Non poteva essere per lui. Suo padre era il marchese. Non avrebbe avuto quel titolo fino a quando…

Asher deglutì a fatica. L'unico modo in cui l'avrebbe ereditato era se suo padre fosse morto.

"Io le consegno solo" il ragazzo si fermГІ per un attimo e disse da sopra la spalla "Sta a voi quello che ci farete."

Proseguì, senza guardarsi indietro nemmeno una volta. Non capiva cosa significava quella sua consegna? La sua intera vita era stata capovolta da una busta, e non aveva nemmeno rotto il sigillo. Suo padre non era in Francia. Avrebbe dovuto essere a casa a Seabrook – sano e salvo. Asher deglutì a fatica e lentamente aprì la busta. Tirò fuori la missiva, e poi cadde in ginocchio. Suo padre… Dio, non poteva nemmeno pensarci. Perché aveva insistito perché Asher facesse un maledetto tour mondiale? Le parole si fecero sfocate davanti a lui e capì perché. Le lacrime scorrevano… Le asciugò furiosamente, ma non fu d'aiuto.

Ora era il Marchese di Seabrook.

Il telegramma diceva che suo padre era morto mesi fa, ma non sapevano dove trovare Asher. Quindi non era nemmeno stato in grado di assistere al funerale di suo padre. Era stato a Parigi per tre settimane; prima di allora, era stato su una barca che navigava in giro per la Grecia, e poi aveva preso un treno attraverso buona parte dell'Europa finchГ© non aveva deciso di lavorare con il Conte di Derby. Lo aveva incontrato per caso mentre si trovava nel sud della Francia. Ora era a Parigi, a fare i conti con il fatto che suo padre era morto mentre lui bighellonava per vari Paesi.

Doveva andare a casa, anche se il funerale era già stato celebrato. Sua madre avrebbe avuto bisogno del suo sostegno, e le sue sorelle… Anche loro dovevano essere devastate. Asher non poteva credere che suo padre se ne fosse andato… In qualche modo, riuscì a rimettersi in piedi strisciando e ad appoggiare il telegramma su un tavolo vicino. A un certo punto, avrebbe voluto rileggerlo. Doveva uscire dal suo appartamento e camminare per Parigi. Forse sarebbe stato in grado di raccogliere i suoi pensieri e prendere una decisione. C'era ancora del lavoro che doveva fare in città riguardo Sir Benjamin. Non aveva potuto dare un ultimo addio a suo padre, e tornare in Inghilterra adesso sembrava quasi – inutile. Tuttavia, non avrebbe ancora preso quella decisione.

Asher si diresse verso il lavandino per lavare via le lacrime. Dentro di sГ© era strappato a brandelli e le sue emozioni erano in subbuglio. Ci sarebbe voluto un po' prima che avesse potuto prendere decisioni razionali, e ancora di piГ№ prima che il suo dolore diminuisse. AfferrГІ un panno dallo scaffale e lo inzuppГІ in acqua tiepida, poi si strofinГІ la faccia, probabilmente piГ№ a lungo del necessario, ma questo lo calmГІ. Lo allontanГІ e lo appoggiГІ sul retro del lavandino, poi fissГІ il suo riflesso nello specchio. I suoi occhi erano arrossati, e i suoi capelli biondi erano rimasti un po' umidi per via del panno. Con un po' di fortuna, nessuno avrebbe notato quanto fosse distrutto. Diavolo, non gli importava davvero se l'avrebbero fatto, a patto che non si preoccupassero di chiedere cosa c'era che non andava in lui. A quella domanda non voleva rispondere. In parte perchГ© non aveva idea di come fare.

"Bene" disse a se stesso. "Almeno non sono un duca – quello sarebbe peggio. Tutti quei "vostra grazia" mi farebbero impazzire." Poteva essere di grado più alto, ma era ancora un Lord. Alcune persone avrebbero potuto prestargli maggiore attenzione però. Un marchese aveva più influenza nel governo e nella società. Suo padre era stato una grande influenza nella Camera dei Lord. Anche quella era una cosa che Asher avrebbe dovuto prendere in considerazione. Quanto voleva partecipare alla politica?

Si avvicinГІ e afferrГІ la giacca. L'aria fresca gli avrebbe fatto bene, e non era ancora troppo caldo per giugno. Forse avrebbe fatto un giro turistico. Non aveva avuto tempo da quando era arrivato. Sinceramente, stava cercando qualcosa a cui pensare che non fossero le notizie che avevano mandato in frantumi il suo mondo. PregГІ che una distrazione di qualche tipo trovasse la sua strada fino a lui.








Lady Catherine passeggiava lungo il lato del Pont d'IГ©na, dirigendosi verso la Torre Eiffel. Era uscita di soppiatto dall'ambasciata per esplorare la zona da sola. Sir Benjamin avrebbe insistito affinchГ© portasse qualcuno con sГ©. Credeva che Parigi fosse un posto pericoloso per una giovane donna. Catherine voleva un po' di pace e tranquillitГ . Passeggiare lungo la Senna sembrava una buona idea. Qualcosa nell'acqua calmava la sua anima. Si fermГІ e fissГІ il fiume sottostante.

"Non ditemi che state considerando qualcosa di drastico" disse un uomo.

Si riscosse dalle sue fantasticherie e guardГІ nei suoi occhi verdi. Erano passati due giorni da quando l'aveva incontrato all'ambasciata. Era rimasto nei suoi pensieri da allora. Qualcosa che avrebbe voluto non ammettere, anche se solo a se stessa. Catherine ancora non conosceva il suo nome, e la irritava che non si fosse presentato. Chiedere al suo tutore avrebbe risolto il problema; tuttavia, ne avrebbe causato uno nuovo.

A Sir Benjamin sarebbe piaciuto che si fosse interessata a un uomo. Lui voleva che lei si sposasse e si sistemasse, e qualcosa le diceva che lo avrebbe voluto ancora di piГ№ quando avesse scoperto a chi era interessata. Poteva non sapere il suo nome, ma era sicura avesse un bel titolo che lo accompagnava. Catherine lo fulminГІ con lo sguardo. "Dipende da ciГІ che considerate drastico."

"Saltare verso la morte nel fiume sottostante."

Lei fissò l'acqua in basso e scrollò le spalle. "Non sembra così male laggiù. Il salto non è così alto – sopravviverei."

SollevГІ un sopracciglio. "Lo stavate davvero prendendo in considerazione."

Una nuotata nella Senna non era in cima alla sua lista di cose da fare. C'erano cose molto migliori in cui poteva impiegare il suo tempo. Ma non glielo avrebbe detto. Erano a malapena conoscenti e lei non gli doveva nulla. "Se lo facessi, saltereste dopo di me?"

"Come gentiluomo, mi sarebbe richiesto" disse quasi con rammarico. "Per favore, non costringetemi. Ho giГ  avuto una brutta giornata, e sarei grato se non peggioraste la situazione."

"Potrei considerare di avere pietà di voi" lo stuzzicò. "Per il giusto prezzo." Iniziò a sorridere, ma quando lo guardò, la tristezza la colpì. Il lato empatico del suo dono di solito non si manifestava in modo così duro. Lui soffriva, e molto… Non aveva mentito quando aveva detto che aveva avuto una brutta giornata. Cosa gli aveva causato così tanto dolore?

"Ditelo" rispose. "Potrei essere disposto a pagarlo." Curvò le labbra verso l'alto, ma non vi era felicità. I suoi occhi mostravano anche un po' di rosso intorno come se avesse pianto. Quest'uomo aveva davvero versato lacrime – Catherine non riuscì a trattenere la sorpresa. La sua bocca si aprì, ma non uscì nessuna parola. "Il gatto vi ha morso la lingua?" Il successivo sorrisetto le fece desiderare di toglierglielo dalla faccia. Si era dispiaciuta per lui…

"No" rispose. "Riflettevo su ciГІ che voglio."

"Una donna come voi necessariamente ГЁ costosa." StrizzГІ l'occhio. "Prometto che sono un uomo di parola."

Lo faceva sembrare così allusivo. Le guance di Catherine bruciavano, ma lei non riusciva a distogliere lo sguardo. Quando aveva lasciato l'ambasciata non si aspettava che la sua giornata coinvolgesse lui. L'uomo misterioso di cui voleva sapere di più – l'enigma che non riusciva a risolvere. "Forse c'è qualcosa che potete fare per me."

"Oh?" Incrociò le braccia sul petto. "Pensavo che fosse il punto di questa conversazione. Devo pagare qualunque prezzo voi riteniate accettabile, così non vi tufferete verso la morte nel fiume sottostante." Lanciò un'occhiata oltre la ringhiera. "Per favore ditemi che ci avete ripensato. Non voglio bagnarmi oggi."

Lei alzГІ gli occhi al cielo. "Non dovete preoccuparvi. Non ho alcun desiderio di morire in questo momento." Catherine gli tese il braccio. "Camminereste con me?"

Cercava di nasconderlo, ma il dolore non era sparito. Ogni secondo che passava in sua compagnia, quella tristezza la colpiva. Doveva aiutarlo, o essa sarebbe cresciuta. "Se insistete" fu d'accordo. "Non ho particolarmente voglia di tornare nel mio appartamento."

Catherine avvolse il braccio intorno al suo. "Ho sentito che la Torre Eiffel ГЁ bella."

"Non saprei" disse lui. "Mai stato lì."

"Г€ difficile non vederla." Catherine rise leggermente e la indicГІ. "Г€ piuttosto grande."

Era silenzioso e non diede segno di notare ciГІ a cui lei faceva cenno. Catherine non era sicura di quanto avrebbe potuto sopportare oltre. Doveva trovare un modo per farlo aprire. Sarebbero stati vicino alla torre presto, e poi? "Avete intenzione di presentarvi prima o poi?"

Questo gli fece aggrottare la fronte ancora di piГ№. Che cosa aveva detto? PerchГ© il suo nome lo rendeva piГ№ triste di prima? Raggiunsero la fine del ponte e lui si staccГІ da lei. Si voltГІ verso il fiume e lo fissГІ. "Forse ero io a voler saltare e voi quella che mi ha salvato."

"Non può essere così male." Allungò la mano e gli toccò il braccio. "Che c'è?"

"La vita è buffa" iniziò. "Pensi di avere così tanto tempo, ma in realtà è piuttosto limitato. Ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, eppure continuiamo ad andare avanti."

Aveva perso qualcuno. Ecco perchГ© diffondeva tristezza. "Questo ГЁ anche ciГІ che rende bella la vita. Quando trovi la gioia, dovrebbe essere abbracciata, e anche i momenti difficili ci insegnano qualcosa. Ci danno una ragione per apprezzare la felicitГ  quando ce l'abbiamo."

La loro vicinanza le rendeva più facile raggiungerlo. Questo lato del suo dono non sempre funzionava quando lei lo voleva. Se lo avesse fatto, avrebbe potuto essere in grado di alleviare alcune delle sue sofferenze e rendere più facile sopportare il dolore. Un tocco di felicità e una spolverata di speranza – e poi il suo atteggiamento sarebbe migliorato. Lui sbatté le palpebre diverse volte e scosse la testa. "L'avete sentito?"

"Cosa?" chiese Catherine con tono innocente. Normalmente la gente non se ne accorgeva quando li aiutava con la sua abilità empatica. Forse aveva un legame più profondo con quell'uomo più di quanto non si rendesse conto. Non era sicura di cosa significasse, ma avrebbe riflettuto su tutte le possibilità dopo – quando fosse stata sola.

"Quella scossa…" Corrugò le sopracciglia. "Davvero non l'avete sentita?"

Catherine non avrebbe mai potuto ammettere di aver usato qualcosa di fuori dell'ordinario per guarirlo. Nessuno capiva i suoi doni. La sua famiglia era stata maledetta a causa loro a sufficienza nel corso degli anni, e lei non voleva che lui la vedesse in modo diverso. Per qualche ragione, le piaceva. "Temo di non sapere di cosa stiate parlando."

Lui scosse di nuovo la testa. "Suppongo che non sia niente." Le sue labbra si inclinarono verso l'alto in un sorriso peccaminoso. Il genere di sorriso che le aveva concesso per la prima volta all'ambasciata. Sembrava giГ  essere piГ№ sГ© stesso. "Mi avete chiesto se mi sarei mai presentato. Sarebbe troppo per voi chiamarmi Ash? Non mi piacciono le formalitГ ."

"Se insistete – Ash" rispose lei. Perché non voleva che lei sapesse chi era? Cosa poteva mai nascondere? Aveva già ammesso di essere un Lord. Dal momento che era consapevole delle sue relazioni familiari, sicuramente doveva rendersi conto che non le importava del suo status tra la massa. "Allora dovete chiamarmi Cat. Tutti i miei amici lo fanno." Non che ne avesse molti, ma lui non aveva bisogno di saperlo.

"Sono piuttosto contento di avervi incontrato." Ash le scostГІ una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Penso che avessi bisogno di trovare la mia gattina-Cat per farmi sentire meglio. Grazie per qualsiasi cosa sia che avete fatto."

"Non ho fatto nulla…" L'ultima cosa che si aspettava suggerendo di usare il suo soprannome era che lui ne inventasse uno suo. Catherine non era sicura di come sentirsi a riguardo. Nessuno si era mai preso la briga di prendersi tante confidenze con lei prima. A una parte di lei piaceva, l'altra parte di lei era terrorizzata da ciò che poteva significare.

"Non ho bisogno di saperlo" la interruppe. "Sappiate solo che l'ho apprezzato. Ora venite con me. Conosco un piccolo cafГЁ con un caffГЁ eccezionale e mi piacerebbe passare il pomeriggio con voi."

Catherine non insistette, e nemmeno lui. Lasciò che la conducesse al bar e al pomeriggio di risate che seguì. Forse aveva bisogno di Ash quanto lui aveva bisogno di lei. Il destino aveva un strano modo di intromettersi nelle cose.




CAPITOLO TRE


28В Giugno, 1914



Catherine sedeva sul poggiolo della finestra della sua stanza, accarezzando la morbida pelliccia del suo gatto, Merlin. Le sue fusa riverberavano contro le dita di Catherine. La pioggia picchiettava contro il vetro della finestra in un battito costante. Odiava i deprimenti giorni di pioggia. Avrebbe voluto passare di nuovo la giornata a passeggiare, ma il tempo non le aveva permesso quel lusso. Merlin diede una testata contro la mano di Catherine quando lei smise di coccolarlo. Aveva una lunga pelliccia nera spruzzata d'argento intorno alla testa e sulla schiena, ma la sua testa era completamente nera. I suoi occhi erano di un ricco color ambra. Catherine aveva sempre trovato interessante la sua colorazione e quello era stato ciГІ che l'aveva attirata di lui.

Rise e prese il gatto. "Non ti sto dando abbastanza attenzione?" Non c'erano molti comfort che le era stato permesso di portare con sГ© da casa, ma aveva insistito per portare Merlin. Aveva commissionato un trasportino apposta per il gatto perchГ© viaggiare fosse piГ№ facile. Merlin non l'aveva esattamente apprezzato. Catherine lo strinse contro il suo petto e gli accarezzГІ la testa con le dita. Le fusa del gatto si fecero piГ№ forti. "Cosa dovremmo fare, noi due?" Merlin non aveva risposte a quella domanda, anche se avesse potuto parlare. Nemmeno Catherine. SaltГІ dalle sue braccia e si sdraiГІ vicino ai suoi piedi, poi si leccГІ la zampa.

La pioggia cominciò a battere più forte contro il vetro. Si girò verso il suono, incapace di ignorarlo. Lo scenario esterno si sciolse e si trasformò in una giornata di sole, ma non la stessa giornata che stava sperimentando al momento. Questa non aveva pioggia, e tutto era completamente diverso. Il sole picchiava sugli edifici, ed essi non erano di origine francese. Catherine non poteva essere sicura di dove fosse, dato che non era mai stata lì.

Una coppia leggermente sovrappeso rideva mentre camminava lungo una strada e curiosava per i negozi. Poi si fermarono per entrare in un'auto aperta. L'uomo aveva un copricapo militare ornato e una tunica da maresciallo. La donna aveva un ampia cuffietta che non nascondeva completamente la sua faccia paffuta. Teneva un delicato ombrellino sopra la testa anche quando l'auto si muoveva. Due uomini sedevano sul sedile anteriore, uno sembrava dare ordini agli altri . Si fermarono all'improvviso, e un paio di forti scoppi risuonarono intorno a loro. Tutto sembrava a posto – finché non lo fu più.

Sul sedile posteriore, un sottile flusso di sangue schizzГІ fuori dalla bocca dell'uomo. La donna gridГІ: "Che cosa ti ГЁ successo". Poi si accasciГІ, la testa che cadeva tra le gambe dell'uomo.

"Г€ svenuta?" chiese un uomo sul sedile anteriore.

L'uomo dietro lo ignorò. Cominciò ad accarezzare i capelli di lei e una lacrima cadde dai suoi occhi. "Sophie, cara, non morire." La donna non si mosse. "Per favore, resta viva per i nostri figli." Era chiaro che doveva essere suo marito. Il suo panico si esacerbò mentre esortava la moglie a vivere. Il suo respiro rallentò, e si indebolì sempre di più ogni secondo che passava.

L'autista fermГІ la macchina quando gli uomini davanti si accorsero che entrambi i passeggeri erano feriti sul sedile posteriore. Andarono da loro e iniziarono a tirare la tunica dell'uomo. "Dove siete stato colpito?"

"Non ГЁ niente" rispose l'uomo debolmente, ma si accasciГІ.

Il panico sopraffece gli altri membri del gruppo. "Sono morti" gridГІ un uomo. "Sono entrambi morti."

Catherine fu sbalzata fuori dalla visione. Il suo cuore batteva rapidamente nel petto. Si portò la mano al petto e fece alcuni respiri profondi per calmarsi. Non aveva avuto una visione da un po' di tempo, e mai così intensa come quella. Quei due individui sembravano amarsi molto, ed erano destinati a morire, o lo erano già. Non poteva essere certa perché non aveva riconosciuto l'ambiente circostante. Cosa avrebbe dovuto fare a riguardo? Non poteva salvare due persone che non conosceva, specialmente se non aveva familiarità con la loro posizione. Cosa cercava di dirle il fato?

Era un'informazione inutile…

Si alzò in preda alla frustrazione e camminò avanti e indietro per la sua stanza. Forse poteva trovare qualcosa da fare lontana dalla pioggia. Non era sicura di cosa, ma doveva esserci qualcosa. Merlin si avvicinò e strofinò la testa contro la sua gamba. Per abitudine, si chinò e lo prese in braccio. Lo portò con sé fuori dalla stanza, accarezzandolo mentre passeggiava lungo il corridoio. Tutti nell'ambasciata si davano da fare, occupandosi degli affari. Catherine non aveva nulla di specifico da fare. Lei viveva lì perché Sir Benjamin lo faceva, e insisteva perché rimanesse con lui. A volte desiderava poter tornare in Inghilterra. Almeno lì non sarebbe stata sotto gli occhi attenti del suo tutore.

Catherine si muoveva avanti e indietro per evitare di scontrarsi con le persone che si recavano a fare cose importanti, la maggior parte di loro uomini. Occasionalmente passava una donna, ma erano poche e lontane tra loro. L'ambasciata non assumeva donne per fare nulla che l'ambasciatore riteneva significativo; tuttavia, potevano cucinare e pulire. Inutile dire che a Catherine non piaceva molto l'attuale ambasciatore. Finalmente, raggiunse la biblioteca. Probabilmente ci sarebbero stati ancora alcuni uomini che avevano bisogno di certi tomi per un qualche motivo, ma sarebbe stata la stanza meno occupata dell'ambasciata per un po'. La maggior parte di loro lavorava piГ№ vicino agli uffici principali e si occupava dei bisogni dell'ambasciatore.

Aprì la porta e poi la chiuse in modo che Merlin non potesse scappare mentre scorreva gli scaffali. Attraversò di corsa la stanza non appena le sue zampe colpirono il tappeto. Il piccolo diavolo saltò su un tavolo vicino e buttò giù un bicchiere. Colpì il tappeto con un tonfo silenzioso e, per fortuna, era vuoto. L'ultima cosa di cui aveva bisogno era che lui macchiasse l'inestimabile tappeto sotto il tavolo. Se il vetro si fosse rotto, sarebbe stato molto più facile da pulire di una macchia rossa. Sir Benjamin tollerava a malapena Merlin, e questo gli avrebbe dato un motivo per fare in modo che Catherine si sbarazzasse di lui. Non avrebbe permesso che ciò accadesse. Merlin era il suo unico amico, e lei lo amava teneramente.

"Non causare problemi" lo rimproverГІ. "O nessuna sorpresa per te piГ№ tardi, quando Cook non sta guardando. Penso che stia preparando pollo stasera."

La porta si aprì con un cigolio. Catherine sussultò e portò la mano alla bocca. Era stata colta sul fatto… L'uomo che era entrato non era venuto per sorprendere lei e Merlin a fare qualcosa di male. Le sue labbra si inclinarono verso l'alto alla vista dei capelli biondo dorato di Ash e degli occhi color smeraldo. "Cosa stai facendo qui?" La presenza di Ash la sorprese, ma non sapeva esattamente perché. Ne stava facendo un'abitudine. Sembrava che ogni incontro le desse un lato diverso di lui, e non poteva essere sicura di quale fosse la sua versione esatta. Forse sarebbe più sicuro dire che erano tutte giuste, ma mostrava al mondo pochi pezzi di sé stesso alla volta.

"Ti stavo cercando, ovviamente" rispose lui con nonchalance. "Una cameriera mi ha diretto qui. Ti ha incrociato sulla strada per la cucina."

Aveva incrociato diverse persone, e alcune di loro erano domestiche. Era una storia plausibile. "Ancora non spiega cosa stai facendo all'ambasciata. Non avevo capito che avessi un appuntamento."

"Non ce l'ho" rispose, poi scrollГІ le spalle. "Devo averne uno per farti visita?"

No, ma non si era aspettata che lui la venisse a trovare. Erano andati piuttosto d'accordo quando avevano passeggiato vicino alla Torre Eiffel e poi al caffè; tuttavia, non lo vedeva da allora. Ash era entrato nei suoi pensieri abbastanza spesso però… Molto più di quanto avrebbe voluto – a dire la verità, era stato lì così spesso da essere una presenza normale. Lui aveva un effetto insolito su di lei. "Oh?" Inclinò la testa. "Per cosa volevi vedermi?"

"Pensavo che potremmo passare il pomeriggio insieme."

Lei si accigliГІ. "Piove."

"Davvero?" La prendeva in giro. "Non me n'ero reso conto."

Dannato uomo. SollevГІ la testa per la frustrazione. Come poteva non capire il suo punto di vista? Non potevano fare una passeggiata e godersi l'aria aperta. Cosa pensava di poter fare a metГ  pomeriggio con la pioggia? "Non c'ГЁ bisogno di essere sarcastici."

"Non era mia intenzione." AvanzГІ ulteriormente nella stanza. Merlin, il traditore, si sfregГІ contro la sua gamba. "Chi ГЁ?"

"Il mio gatto" rispose lei e poi si sentì stupida. Certo che era un gatto… Anche se supponeva che non sapesse che Merlin apparteneva a lei.

"Ha un nome?" chiese Ash. Si chinГІ e accarezzГІ la pelliccia argentea e nera del gatto. "Г€ amichevole."

Catherine corrugò le sopracciglia e fissò Ash, poi guardò Merlin. Il suo gatto odiava tutti tranne lei. Cosa lo aveva fatto improvvisamente decidere di fare il bravo con altri? "Non è veramente – socievole, ecco." A volte si interrogava davvero sul suo gatto. Forse era come il mago da cui aveva preso il nome? Sembrava piuttosto vecchio con la sua pelliccia d'argento. Poteva essere il segno di una barba. "Il suo nome è Merlin."

"È un bel gattino." Merlin fece le fusa mentre Ash lo accarezzava sotto il mento. Catherine non era gelosa del suo gatto – non poteva esserlo. "Allora, ti piacerebbe passare il pomeriggio con me?"

"Lo stai proponendo al mio gatto?"

La risata di Ash echeggiГІ attraverso la biblioteca. Raccolse Merlin. Il gatto non miagolГІ, sibilГІ o fece qualunque altro rumore da gatto in disapprovazione. Chiaramente Ash aveva un tocco magico. "Per quanto sia piacevole Merlin, preferirei trascorrere il pomeriggio in tua compagnia." Le porse il gatto. "Se questo ГЁ accettabile per te."

Si sentiva ridicola. Catherine avrebbe voluto trascorrere di nuovo la giornata con lui. Aveva iniziato a piacergli nel corso della settimana passata, e sembrava persino un po' meno triste dell'ultima volta che era stata con lui. "Che cosa proponi di fare?" La pioggia non si era fermata, dopotutto, e non voleva restare all'ambasciata se lui aveva un'idea che l'avrebbe aiutata a fuggire.

"Hai visitato il Louvre?"

Era da quando era venuta a Parigi che desiderava andarci, ma Sir Benjamin le aveva negato il piacere. Non pensava che l'arte fosse qualcosa che una ragazza per bene doveva provare di persona. "Sembra una scelta strana per te, mio Lord. Non mi ero resa conto fossi un intenditore d'arte."

"Non arriverei a dire tanto" rispose lui con disinvoltura. "Ma come hai detto, sta piovendo. Non ci sono molte opzioni e volevo vederti."

Questo le fece più piacere di quanto avrebbe mai potuto esprimere. Anche lei aveva desiderato trascorrere del tempo con lui. Il cuore le batteva nel petto e una miriade di sensazioni le danzavano nello stomaco. Era così che ci si sentiva a essere corteggiate? Sperava in qualcosa di natura romantica con lei? "Lo prenderò in considerazione."

SollevГІ un sopracciglio. "Suppongo sia meglio di un rifiuto totale. Cosa devo fare per convincerti che ГЁ nel tuo migliore interesse accompagnarmi?"

Lei rise leggermente. "Il mio miglior interesse?"

"Perché sì." Le fece l'occhiolino. "Sono la persona perfetta per accompagnarti. Nessun altro lo renderà divertente come me."

"Sei troppo modesto." Catherine non riuscì a impedire alle sue labbra di piegarsi verso l'alto. Era affascinante e magnifico. Nessun altro uomo l'aveva tentata come faceva lui. Avrebbe potuto passare ore in sua compagnia, e non sarebbe stato abbastanza. "Andrò, ad una condizione."

"Qualunque cosa" promise lui.

"Sei sicuro di voler estendere questo invito in modo così ampio? E se ti chiedessi di uccidere un uomo?" Non riuscì a trattenersi. I loro botta e risposta erano diventati un'abitudine che adorava. Rendeva la sua vita a Parigi più sopportabile.

"Hai bisogno che lo faccia?" Ash inclinГІ la testa. "Dammi un nome e consideralo fatto."

"Lo faresti?" Lo farebbe? Catherine lo studiò per un momento. "Mi stai prendendo in giro, vero?" Sperava che fosse così…

"Vero" ammise. Il suo sorriso era caldo e invitante. "Ma se qualcuno ti minacciasse…" Scosse la testa. "Non rimuginiamo pensieri oscuri. Che cosa desideri da me, in modo che possiamo passare un po' di tempo in un ambiente più piacevole di questo?"

"Non mi ero resa conto che il Louvre fosse piГ№ piacevole dell'ambasciata." StrofinГІ la pelliccia di Merlin mentre iniziava a dimenarsi tra le sue braccia. "Ma capisco il tuo punto di vista. PuГІ essere tetro qui." Il gatto voleva scendere, ma lei non pensava che fosse una buona idea. Doveva portarlo nella sua stanza se davvero voleva uscire con Ash. "Dimmi il tuo nome completo prima di partire. Sir Benjamin non mi permetterГ  di andarmene senza un'introduzione adeguata all'uomo con cui trascorrerГІ il pomeriggio." Avevano parlato molto negli ultimi due incontri, ma non si era aperto circa il suo nome o le sue connessioni. Era quasi come se cercasse di dimenticare tutto della sua famiglia e della persona che aveva perso. Catherine voleva saperne di piГ№ su di lui, a partire dal suo nome completo. Il titolo non contava molto, ma era una parte di lui, e le sarebbe piaciuto le avesse dato quell'informazione spontaneamente.

"Sir Benjamin mi conosce" rispose con sinceritГ . "Ma se devi dargli un nome." Si inchinГІ. "Asher Rossington, il Marchese di Seabrook, al tuo servizio."

Un marchese – doveva immaginarlo che fosse un pari di alto rango. Sir Benjamin sarebbe stato raggiante a quella notizia. Non aveva comunque intenzione di danneggiare sé stessa pur di non accontentare il suo tutore. Voleva andare al Louvre con Ash, e avrebbe affrontato qualsiasi cosa per ottenere questo. "Lasciami portare Merlin nella mia stanza, e poi parlerò con Sir Benjamin. Aspetta qui fino al mio ritorno."

"SarГІ qui." Le sue labbra si inclinarono verso l'alto in un sorriso peccaminoso. "Non farmi attendere troppo a lungo. La pazienza non ГЁ il mio punto forte."

Catherine non si preoccupГІ di rispondere a quello. Aveva cose piГ№ importanti da fare. Avrebbero continuato il loro punzecchiarsi dopo aver ricevuto l'approvazione per uscire. Merlin si contorse di nuovo, e lei gli accarezzГІ le orecchie per calmarlo. Era ansiosa quanto il gatto, ma per ragioni diverse. Dopotutto non sarebbe stata una brutta giornata.




CAPITOLO QUATTRO


28 Giugno, 1914



Catherine si sedette alla sua toeletta. Un nuovo giorno e un'altra cena all'ambasciata… La sua vita a Parigi era diventata monotona con un solo elemento brillante a impedirle di perdere la testa – Asher. Avevano passato un bel pomeriggio al Louvre e, come previsto, Sir Benjamin ne era stato contento. Non aveva avuto cuore di dire al suo tutore che non aveva idea se Ash considerasse la loro uscita l'inizio di un corteggiamento, o se avesse avuto pietà di lei e avesse deciso di darle qualcosa al di fuori dell'ambasciata con cui svagarsi.

Se avesse dovuto definire la loro relazione, avrebbe detto che erano amici. Poteva trasformarsi in qualcosa di piГ№, ma al punto in cui trovavano, nulla di romantico era successo. Ash sembrava troppo triste per qualcosa di piГ№ serio, e lei era grata di avere qualcuno con cui potesse relazionarsi. Non avevano iniziato in modo tanto cordiale; comunque, aveva iniziato a piacerle. Questo significava di piГ№ per lei che trovare un potenziale marito.

Ash era stato invitato a cena all'ambasciata. Ogni volta che il suo tutore poteva infilarlo nella lista degli inviti, lo faceva. Catherine non si lamentava. Soprattutto dal momento che tornava a suo vantaggio… Le piaceva passare il tempo in compagnia di Asher, e pensava che anche a lui piacesse. Quella sera, decise di prendersi cura del proprio aspetto. Non osava ammettere che voleva apparire al meglio per Asher. Indossò un abito marrone con uno strato di pizzo nero. Invece dei tradizionali guanti bianchi, ne mise un paio di neri. I suoi capelli scuri erano intrecciati in un elegante chignon con piccole onde sulla parte superiore, un ciuffo ribelle che le ricadeva sulla fronte e si arricciava intorno alla guancia fino alla linea della mascella.

Il tocco finale era un gioiello che era stato tramandato da generazioni – un filo di perle rosse. Un pendente di rubino era il fulcro della collana. Era appartenuto ai suoi parenti, a partire dal sedicesimo secolo – da Caitrìona Dalais Guaire. La donna di cui portava il nome, e della quale era diretta discendente. Il suo dono principale – le visioni che non poteva controllare – veniva da lei, ma tutti i discendenti del clan dei Dalais avevano qualcosa, anche se non se ne rendevano conto.

Quando indossava la collana, si sentiva vicina ai suoi antichi antenati e apprezzava il loro sacrificio. Se non fosse stato per la loro forza e determinazione, avrebbe potuto non nascere mai. Le figlie gemelle di Caitrìona si erano assicurate che venisse ricordata e avevano condiviso la sua storia con i loro figli. Poi essi, a loro volta, l'avevano raccontato ai loro e così era continuato ogni generazione fino a quando la madre di Catherine lo aveva detto a lei. Un giorno lei avrebbe avuto dei figli suoi, e avrebbe fatto lo stesso.

Catherine fece scorrere le dita sul ciondolo. Non lo avrebbe avuto affatto se Lili Guaire, una delle gemelle, non ne fosse rimasta affascinata e non l'avesse nascosto in tasca il giorno in cui sua madre era stata accusata di essere una strega. Nessuno sapeva che l'avesse, quindi era stata in grado di tenerlo al sicuro: l'ultimo ricordo di sua madre che avrebbe mai avuto. La madre di Catherine si era ammalata e l'aveva tramandata a lei prima del previsto. Doveva essere un regalo di nozze, e invece, per lei, era stato un ultimo ricordo della madre morente.

SospirГІ e poi lasciГІ le sue stanze. La cena sarebbe iniziata presto, e lei voleva visitare Asher prima di sedersi a tavola. Sir Benjamin poteva assicurarsi che il marchese fosse invitato, ma non poteva essere sicuro che si sarebbe seduto accanto a Catherine mentre cenavano. Anche se, piГ№ spesso che no, era vicino a lei. Erano quasi uguali in rango e questo rendeva le cose piГ№ facili per i tentativi di combinare matrimoni del suo tutore. A volte, Catherine pensava che egli volesse liberarsi dalla responsabilitГ  nei suoi confronti, e in altri, si chiedeva perchГ© si prendesse il disturbo. Sir Benjamin era un uomo riservato, e sembrava che si nascondesse dietro le porte e ascoltasse quando non doveva, o forse questo faceva parte dei suoi doveri. Non si era mai preoccupata di chiedere.

Quando entrГІ nel salotto sorrise mentre il suo sguardo incontrava immediatamente quello di Asher. Stava fissando la porta con le labbra piegate in un ghigno malvagio. Catherine accorciГІ la distanza tra loro. PassГІ un cameriere e Asher afferrГІ due calici di champagne. Quando lo raggiunse, lui gliene porse uno. "Un brindisi." SollevГІ il bicchiere. "Alla sola persona nella stanza con cui sono felice di passare la notte."

"Sarebbe piuttosto narcisista da parte mia bere in onore di una cosa del genere" replicГІ lei con una piccola risata. "Sarebbe come presumere che preferisca la mia stessa compagnia a quella di chiunque altro."

"Direi che saresti dannatamente brillante se lo facessi." Si chinò e sussurrò: "Hai parlato con qualcuno di questi fanfaroni?" Ash bevve un sorso di champagne e poi indicò la stanza nel suo complesso. "Sono così egocentrici; è ridicolo. Penso che la maggior parte di loro ami ascoltare il suono della propria voce."

Catherine ridacchiò. Si coprì la bocca con la mano. Era un suono ridicolo. "Smettila" gli disse. "Ti sentiranno."

"Non mi interessa." Scrollò le spalle. "Non significano niente per me." Ash inclinò il bicchiere verso di lei. "Tu, d'altra parte, conti. Quindi, sì, brinderò a te tutte le volte che posso. Mi hai aiutato in uno dei miei momenti più bui, e nessuna semplice parola può esprimere fino a che punto."

Le scaldГІ il cuore che a lui importasse tanto. A volte il suo dono faceva davvero la differenza, e questo la rendeva felice. Ma la visione che aveva avuto l'altro giorno la turbava ancora. Non avrebbe permesso che rovinasse il suo tempo con Asher. "Non ho fatto niente" rispose. "Abbiamo trascorso la giornata insieme, tutto qui."

"È stato abbastanza" disse. "Mi ha fatto apprezzare la mia vita e mi ha aiutato a decidere dove dovevo essere. Avevo da poco scoperto che mio padre era morto, e io…" Distolse lo sguardo. "Tutto era stato desolante fino a quando non ti ho vista sul ponte."

Non se n'era resa conto… Era triste, ma non aveva mai detto perché. Terribile – e significava anche qualcos'altro. "Hai ereditato il titolo." Gli mise una mano sulla spalla. "Se ti fossi presentato a me la prima sera che ci siamo incontrati, non saresti stato un marchese, vero?"

Lui scosse la testa. "Sarei stato ancora io."

Sì, lo sarebbe stato, ma quella traccia di dolore non sarebbe stata lì. Non era lo stesso, e probabilmente non lo sarebbe mai stato. Quell'uomo era stato arrogante e presuntuoso. Era stata attratta da lui allora, ma ancora di più adesso che le mostrava il suo lato vulnerabile. "Questa è una buona cosa" disse Catherine calorosamente. "Mi piaci, non importa quale titolo è attaccato al tuo nome."

I suoi occhi sembrarono quasi illuminarsi di qualcosa. Forse felicitГ ? Non poteva essere certa, ma Catherine apprezzava l'effetto che aveva su di lui. Un forte mormorio echeggiГІ attraverso la stanza e alcuni degli ospiti fissarono il punto da cui era partito. L'ambasciatore era entrato nella stanza. Il suo tutore lo fermГІ e gli sussurrГІ qualcosa all'orecchio. L'ambasciatore si rivolse a quelli riuniti e disse: "Ho alcune sfortunate notizie da riferire. L'erede dell'Impero Austro-Ungarico, Franz Ferdinand e sua moglie, Sophie, sono stati assassinati in Bosnia oggi."

Sophie… Catherine si portò una mano al petto. Ecco cosa riguardava la sua visione. Se l'avesse saputo, avrebbe potuto fare qualcosa per impedirlo. Perché le sue visioni lasciavano più domande che risposte? Quella povera gente era morta per niente.

"Stai bene?" chiese Asher sommessamente. "Sei impallidita. Per favore dimmi che non stai per svenire."

"No" lo rassicurГІ. "StarГІ bene. La notizia mi ha sorpreso."

"Li conoscevi?" Bevve lo champagne e posГІ il suo calice, insieme a quello di lei, su un tavolo vicino. "Vuoi andare da qualche altra parte?"

Lei scosse la testa. "Non li ho mai incontrati." Catherine li aveva visti una volta nella sua visione, ed era stato sufficiente a raggelarla. Odiava vedere la gente morire senza motivo. Non che ci fosse una morte buona, ma una come la loro poteva essere considerata tragica. "Ci saranno ripercussioni." Lei alzГІ lo sguardo su di lui. "Qualcosa del genere non puГІ essere ignorato."

"Hai ragione" concordГІ lui. "Ho paura a cosa porterГ  questo."

Tutti provarono un senso di disagio per la notizia. Nessuno di loro capiva fino in fondo quello che era successo, e persino Catherine, con le sue visioni, non poteva prevedere cosa avrebbe potuto succedere. L'apprensione aumentava dentro di lei ogni secondo che passava. Non poteva fare a meno di sentirsi come se il mondo potesse esplodere in qualsiasi momento, e se così fosse stato, il caos avrebbe regnato più a lungo di quanto chiunque avrebbe voluto.

Tutti loro camminarono silenziosamente verso la sala da pranzo quando suonГІ il campanello. Ognuno fece del suo meglio per mantenere un umore gioviale, ma la notizia aveva creato un precedente per la serata. Asher si era seduto accanto a lei, ma anche quello non le era bastato. Dopo cena non andГІ in salotto e chiese invece di essere scusata. Catherine aveva molto a cui pensare, ed era certa che, a un certo punto, un'altra visione l'avrebbe colpita. Non voleva essere nel salotto quando sarebbe successo.








30 Agosto, 1914



Asher si precipitò verso l'ambasciata. Era in corrispondenza con il conte di Derby, e presto avrebbe lasciato la Francia. Avevano bisogno di qualcuno con le sue competenze in Belgio e, se fosse stato possibile, in Germania. Avevano bisogno di informazioni per vincere la guerra – ed erano tutti in guerra. Così tanti paesi avevano dichiarato guerra che aveva perso di vista chi era contro chi a un certo punto. La Francia era alleata con l'Inghilterra e, per ora, Catherine era al sicuro. Non sapeva per quanto tempo però…

La porta dell'ambasciata si aprì. "Buona sera, mio signore" lo salutò il domestico. "Lady Catherine è nella biblioteca."

Faceva visita a Catherine quasi tutti i giorni. L'intero staff ci aveva fatto l'abitudine e indicava ad Ash la posizione di Catherine immediatamente al suo arrivo. Ash annuì e andò dritto in biblioteca. Voleva avvertirla che non sarebbe tornato per un po'. Quando entrò nella stanza, trovò Catherine seduta sul divano, che accarezzava Merlin. "Le mie due persone preferite" disse, annunciando la sua presenza.

"Ash" esclamГІ Catherine. "Merlin ama che tu lo consideri umano." AccarezzГІ la sua testa pelosa, poi guardГІ Ash. "Non pensavo che saresti passato oggi."

Normalmente, sarebbe venuto a trovarla molto prima. Quindi, non fu sorpreso che lei credesse che non sarebbe arrivato. La guerra aveva gettato tutto nel caos. "Mi scuso per essere arrivato così tardi. Non poteva essere evitato."

"Non hai bisogno di venire ogni giorno" disse con tono spensierato. "SopravviverГІ anche se manchi di quando in quando."

Odiava doverle dire che doveva andarsene. Ash si sedette dall'altra parte di Merlin e lo accarezzГІ dietro le orecchie. "Mi mancherete, voi due."

"Non stiamo andando da nessuna parte" disse Catherine, confusione nel suo tono.

"No, ma io sì." Questa era la parte difficile. Aprì la bocca per dirle dove si stava dirigendo, ma un sonoro boom riecheggiò nella stanza. Sirene suonarono fuori dall'edificio, subito dopo.

"Che cos'era?" Catherine si alzГІ e si precipitГІ verso una finestra.

"Cat" urlГІ. "Torna qui. Non ГЁ sicuro."

Raccolse Merlin e poi la prese per mano. Artigli si fecero strada nella sua spalla. Ash li strattonò via e il gatto subito li piantò di nuovo. In quel particolare momento, Merlin divenne il suo gatto meno preferito, ma Catherine lo amava così cercò di aiutare la bestia.

Le sirene erano state installate in caso di emergenza, e il rombo forte poteva significare solo una cosa: bombe. Un'altra esplosione risuonò nella stanza scuotendo tutto. Una lampada cadde e colpì il pavimento. Alcuni libri si rovesciarono sullo scaffale, ma restarono lì. Un altro forte colpo e probabilmente sarebbero caduti. L'attentatore era riuscito a colpire più vicino all'ambasciata. Finché Ash non avesse avuto la certezza che Catherine fosse al sicuro, non l'avrebbe lasciata sola. Si rannicchiò con lei in fondo alla biblioteca, pregando che il bombardamento non durasse a lungo. Udirono altre tre esplosioni che si fecero più distanti a ogni detonazione. Quindi nient'altro che un benedetto silenzio…

Catherine tremava tra le sue braccia. "Questo peggiorerГ  di giorno in giorno."

"Lo farГ " convenne. "Ecco perchГ© devo andarmene." Merlin lasciГІ andare la sua spalla e gli graffiГІ il collo. Ash lo lasciГІ andare istintivamente, e il gatto saltГІ via dalle sue braccia. Corse sotto una sedia vicina e vi si rannicchiГІ. Il poveretto era terrorizzato, e Ash non lo biasimava, anche se gli sarebbe piaciuto essere meno mutilato dai suoi artigli.

"No." Catherine incontrГІ il suo sguardo. Le sue labbra fremevano un po' e le sue mani tremavano. Sembrava che si sentisse come Merlin. "Potresti restare, ma non lo farai. Capisco. Abbiamo tutti una parte da giocare. Ora lo vedo."

Non capiva cosa intendesse, ma era contento non rendesse le cose difficili. "TornerГІ a trovarti quando posso."

"Non fare promesse che potresti non essere in grado di mantenere. Inoltre, potrei non essere qui quando tornerai. C'ГЁ un posto dove potrei dover andare invece."

Si stava comportando in modo enigmatico. Ad Ash non piaceva, ma non era nella posizione per dirle cosa fare. Avevano una strana relazione che non riusciva a definire. Non si stavano facendo la corte. A un certo punto, avrebbe potuto volerlo, ma non avrebbero avuto questa possibilitГ  ora. Quello che avevano era una fragile amicizia che veniva dilaniata da una guerra che non era stata fatta da loro. "ScriverГІ quando posso."

Lei sorrise, ma c'era un filo di tristezza. "Se le ricevo, cercherГІ di restituire il favore."

Ash non sapeva perché decise di fare quello che fece dopo. Forse lo aveva sempre desiderato, o forse pensava che non avrebbe mai più avuto la possibilità. In ogni caso, non mise in dubbio l'istinto. Si chinò e premette le labbra sulle sue. Il bacio non durò a lungo, ma gli diede uno scopo che non aveva avuto prima. Un giorno l'avrebbe trovata di nuovo, e quando l'avrebbe fatto, Ash intendeva assolutamente portare la loro relazione in una direzione diversa. L'aveva incontrata per una ragione, e credeva che fosse per qualcosa di più dell'amicizia. Perché altrimenti avrebbe passato così tanto tempo con lei? Il destino poteva essere volubile, ma in questo caso, gli aveva dato l'unica persona di cui aveva bisogno più di ogni altra cosa – Catherine.

L'aiutò a rialzarsi e camminò con lei finché non raggiunsero le sue stanze. Ash non la seguì dentro. Sarebbe stato più che presuntuoso e inaudito. Alcune convenzioni dovevano essere osservate. Avrebbe mantenuto la sua promessa con lei. Le avrebbe scritto il più spesso possibile e sarebbe andato a trovarla ovunque lei fosse finita. Una parte di lui sperava che sarebbe tornata in Inghilterra. Sarebbe stato molto meno pericoloso lì… In qualche modo, dubitava che Catherine sarebbe andata in un qualunque luogo ritenuto sicuro. Dopo aver chiuso la porta, uscì dall'ambasciata e andò nel suo appartamento a prendere la borsa da viaggio. Non sapeva per quanto tempo sarebbe stato via, ma pensò che sarebbe passato un bel po' prima che fosse di nuovo di ritorno… Questa grande guerra era appena iniziata, e non mostrava alcun segno di finire presto.




CAPITOLO CINQUE


Settembre 1914



Ash non ricordava l'ultima volta che aveva dormito. Aveva attraversato metà della campagna francese raccogliendo informazioni su chi non era dalla parte dell'Inghilterra e dei suoi alleati. Aveva saputo che le forze tedesche si stavano avvicinando a Parigi. Se continuavano a marciare verso sud dal Belgio, avrebbero preso la città in pochissimo tempo. Ci doveva essere un modo per prevenirlo. Se Catherine era ancora a Parigi…

Si precipitГІ nella tenda del Generale Maggiore, l'ufficiale comandante del Corpo di Spedizione Britannico. Quel contingente era stato inviato per sostenere l'esercito francese. Doveva dare al Generale Maggiore le informazioni che aveva raccolto. Era a malapena uscito vivo dal campo tedesco. Doveva esserci un angelo custode al suo fianco che lo teneva al sicuro. Non aveva senso che ne fosse uscito illeso.

"Signore" salutГІ. "Ho novitГ ."

Alzò lo sguardo e annuì. "Mi farebbe piacere qualcosa di buono. Per favore dimmi che la nostra fortuna è migliorata."

"Vorrei poterlo dire." Ash si accigliГІ. "Ma forse questo aiuterГ  a cambiare la situazione."

Ash lo informГІ rapidamente dello spostamento tedesco a sud verso Parigi. Finora, le battaglie non erano andate a loro favore. Avevano bisogno di una vittoria. Dovevano impedire alle truppe tedesche di guadagnare altro terreno. Parigi non poteva cadere sotto il loro controllo. Quello sarebbe stato un colpo devastante per la parte alleata della guerra.

"Dimmi tutto" ordinГІ. "Quanto ci vorrГ  prima che raggiungano Parigi?"

Non ci sarebbe voluto ancora molto. "Tra un altro paio di giorni, saranno vicini al fiume Marne."

Il Generale Maggiore fissГІ le mappe distese sul tavolo. "Penso di sapere cosa dobbiamo fare." PosГІ il dito sulla mappa. "Dobbiamo inviare truppe qui." Quindi indicГІ un altro punto. "E qui. Saremo in grado di prenderli di sorpresa e impedire loro di avanzare verso Parigi."

Il piano avrebbe funzionato. Ash era impressionato dal pensiero rapido e dalle pianificazioni strategiche del Generale Maggiore. Voleva credere che questo avrebbe messo fine alla guerra piГ№ velocemente, ma non riteneva sarebbe successo. Questo era l'inizio di una guerra molto lunga e sanguinosa. Una battaglia non l'avrebbe decisa. "Che cosa avete bisogno che faccia?"

"Tienimi informato." Si erse in tutta la sua altezza. "Gli agenti segreti aiuteranno a determinare chi vince questa guerra. Odio dirlo, ma abbiamo bisogno di voi bastardi furtivi per rimanere determinanti."

A Ash non piaceva che ci si riferisse a lui in quei termini, ma non poteva discutere con la logica del Generale Maggiore. La raccolta di informazioni influenzava l'esito di una battaglia; tuttavia, era solo una parte dell'intero quadro. Qualcuno doveva assemblare le tattiche necessarie e poi molti soldati dovevano uscire e mettere le loro vite in gioco per attuarle. "Se non ha bisogno di me…"

"Non ho detto questo." Il Generale Maggiore si accigliГІ. "Come ti senti a lavorare con qualcuno?"

Lo odiava. Lavorare da solo gli rendeva piГ№ facile entrare e uscire dai luoghi di nascosto. Se doveva preoccuparsi di un'altra persona, questo rendeva il suo lavoro molto piГ№ difficile. Cosa stava pensando quell'uomo? Non si rendeva conto che l'intero senso del lavoro di spionaggio dipendeva dalla sua capacitГ  di stare in incognito? "Dipende da ciГІ che avete in mente."

"C'ГЁ un soldato nel mio reggimento che potresti trovare utile. Ha una straordinaria capacitГ  di valutare le situazioni come non ho mai visto prima. Mi piacerebbe il suo parere sulla situazione. Portalo con te e girate insieme. Rimandalo indietro una volta che avrai raccolto tutte le informazioni di cui avremo bisogno."

Ash strinse i denti. Non avrebbe perso le staffe. CiГІ non gli sarebbe stato d'aiuto con il Generale Maggiore e probabilmente l'avrebbe condotto lungo la via del non ritorno. Non aveva idea di cosa fare per uscire dalla situazione. C'era solo una cosa che poteva fare. "Dove trovo questo soldato?"

Il Generale Maggiore passГІ accanto a lui e disse qualcosa a qualcuno fuori. Quindi si diresse verso Ash. "SarГ  qui presto."

Meraviglioso… "C'è qualcosa di cui dovrei essere a conoscenza?"

"Ovvero?" Il Generale Maggiore sollevГІ un sopracciglio.

"Non so." Ash scrollГІ le spalle. "Qualsiasi cosa voi riteniate pertinente."

Il Generale Maggiore non si preoccupГІ di rispondere. TornГІ a studiare le sue mappe. Se Ash aveva mai voluto usare il suo rango come strumento per ottenere riconoscimento, era quel momento. Tenne i suoi pensieri per sГ© stesso. C'erano cose piГ№ importanti del suo ego. Ash poteva accettare di ingoiare il suo orgoglio se questo avrebbe garantito che piГ№ persone sarebbero tornate a casa sane e tutte intere. Non voleva che nessuno morisse solo perchГ© non riusciva a tenere sotto controllo la sua arroganza.

"Signore" entrГІ un uomo. "Mi avete richiesto?"

L'uomo era magro come uno stecco e non poteva avere piГ№ di diciotto anni. Rimase in piedi rigido, in attesa che il Generale Maggiore gli rivolgesse la parola. In questo, era un soldato professionista e avrebbe fatto tutto ciГІ che quelli sopra di lui avrebbero richiesto. Ash non pensava che il soldato avrebbe mai messo in discussione un ordine dato. A tale proposito, era il soldato perfetto.

"Soldato Semplice James" lo interpellГІ il Generale Maggiore. "Ho un compito importante per te. Devi accompagnare Lord Seabrook in una missione segreta. Segui i suoi ordini come se fossero dati direttamente da me."

"Sì, signore" rispose. "Quando partiamo?"

"Ora" disse Ash. "Non abbiamo tempo da perdere."

Il Soldato Semplice James annuì e poi uscì dalla tenda. Ash lo seguì. Non c'era altro da discutere con il Generale Maggiore. Aveva già aggiunto qualcosa, o piuttosto qualcuno, alla sua missione che non apprezzava particolarmente. Pregò che il suo nuovo compagno non finisse per farli uccidere entrambi. Ash mantenne una breve distanza tra lui e il soldato. Voleva vedere quanto ci sarebbe voluto per lui per accorgersi che Ash era rimasto deliberatamente dietro. Il Generale Maggiore pensava che possedesse buone capacità di valutazione. Il soldato si fermò improvvisamente e non guardò indietro. Invece, disse in tono piatto: "Dato che dovrei agire come dite voi, forse potete dirmi la direzione verso cui ci stiamo dirigendo."

Poteva andare. Ash accelerò per raggiungerlo. Il soldato aveva un po' da imparare, ma Ash poteva insegnarglielo. Forse sarebbero persino tornati vivi…








Catherine si asciugГІ il sudore dalla fronte. Avevano lavorato per ore mentre i feriti si riversavano nell'ospedale. Aveva ignorato Sir Benjamin e abbandonato l'ambasciata. Si era addestrata per diventare infermiera e l'ospedale aveva bisogno delle sue capacitГ . Nulla di ciГІ che lui avrebbe potuto dire l'avrebbe convinta a fare diversamente.

I tipi di lesioni di cui era testimone… Erano raccapriccianti. Parti del corpo lacerate fatte a brandelli fino a renderle irriconoscibili. Ferite alla testa che lasciavano i soldati disorientati e spezzati. Queste erano tutte esterne. Il vero dolore veniva dalle loro anime, e dalle emozioni che a malapena trattenevano dentro di loro. Questo era il vero problema. Alcune delle loro ferite potevano essere guarite e alla fine sarebbero tornati sul campo di battaglia. Ma il tumulto emotivo? Sarebbero servite più di un paio di bende e dei punti ben piazzati per rattoppare quei buchi.

"Infermiera Langdon" gridГІ un dottore.

Nell'ospedale, aveva cessato di essere Lady Catherine, figlia di un duca. Era giudicata per le sue abilità infermieristiche e per la sua capacità di seguire gli ordini. Il tumulto che dominava l'ospedale significava che avevano bisogno di gente che pensasse rapidamente e imparasse velocemente. Per fortuna, Catherine si era adattata bene ed era stata addestrata dai migliori. Si diresse verso il dottore che la chiamava e chiese: "Sì, dottor Quinn?"

"Ho bisogno che tu sieda con questo paziente. Non se la passa bene…"

Quello che il dottore non diceva era che il soldato non avrebbe superato la notte. Catherine normalmente sedeva con i pazienti terminali quando poteva. Le sue capacitГ  empatiche aiutavano a togliere parte della loro angoscia. La lasciava prosciugata e uno straccio in seguito, ma credeva nel dover fare la sua parte. "Qual'ГЁ il suo nome?"

"Soldato Semplice Brian Jones" disse. "Ti porto da lui."

Catherine annuì e lo seguì fino al letto in cui si trovava il soldato. Aveva una benda attorno alla testa fradicia di sangue. La sua gamba sinistra era recisa sotto il ginocchio e alla sua mano destra mancavano tre dita. Deglutì a fatica e prese la sedia accanto al letto per sedersi con lui. Catherine si allungò e prese la mano sinistra dell'uomo nella sua. Forse era sbagliato da parte sua, ma non poteva sopportare di toccare quella ferita. Il suo cuore soffriva per lui, e lei avrebbe voluto renderlo ancora tutto intero. Niente avrebbe mai potuto far accadere una cosa simile a lui. Nessun tipo di speranza o preghiera avrebbe aiutato il pover'uomo disteso sul letto.

Chiuse gli occhi e si immerse profondamente dentro di sГ© verso il luogo in cui teneva rinchiuso il suo dono empatico. Catherine aveva imparato in giovane etГ  che non poteva lasciare campo libero a quel particolare dono a meno che non volesse ritrovarsi ridotta in uno stato pietoso. Di tanto in tanto esso sfuggiva al suo controllo, e frammenti di emozioni di altre persone trovavano la loro strada per entrare, ma per lo piГ№ ne aveva il controllo.

Il dolore del Soldato Semplice Jones… la fece quasi crollare. Urlava nel profondo per avere l'assoluzione. Voleva che tutto finisse e, purtroppo, ci era vicino, ma non abbastanza vicino. Lei poteva aiutarlo con un po' della sua agonia e dargli una qualche pace. Catherine rimosse tutta la sua incertezza e il suo dubbio, poi li sostituì con leggerezza e un po' di felicità. Catherine aprì gli occhi e incontrò il suo sguardo. I suoi occhi erano vitrei e non mostravano segni di consapevolezza. "Dormi" lo incoraggiò. "Presto sarai in un posto senza dolore."

Pregò che non dovesse soffrire a lungo. Alcune cose erano insopportabili, e questa era in cima alla lista. Era stati fatti così tanti danni inimmaginabili a questi uomini, e per cosa? Una guerra stupida e inutile che non avrebbe dovuto essere combattuta… Odiava tutto questo e desiderava poter tornare indietro e fermarla. Se avesse compreso quella visione, forse non sarebbero entrati nell'orribile situazione in cui si trovavano. Ma non c'era modo di tornare indietro. Alcune cose erano destinate ad accadere e nessuna visione poteva impedirle.

Catherine fissГІ il soldato semplice Jones. La sua respirazione era rallentata, e aveva un aspetto meno malandato. PiГ№ tempo passava in ospedale, piГ№ difficile diventava. Voleva aiutare le persone, ne aveva quasi bisogno. Quella stessa necessitГ  aveva la capacitГ  di distruggerla. Come poteva fare ciГІ che doveva quando quasi la uccideva ogni volta che lo faceva?

"Come sta?" disse il dottor Quinn da dietro di lei.

Non distolse lo sguardo dal soldato. Aveva chiuso gli occhi alcuni istanti prima e non pensava che avrebbe vissuto molto piГ№ a lungo. Guardare lentamente il soldato morire era una delle cose piГ№ difficili che avesse mai fatto. Lo aveva aiutato perchГ© aveva bisogno di lei; tuttavia, non poteva continuare a farlo. Altri soldati morenti e lei si sarebbe distrutta. Doveva limitarsi a quelli che avevano la possibilitГ  di farcela.

"Г€ quasi spirato" disse. "Stavo per pregare per lui."

"Starò qui con te mentre lo fai." Il dottore unì le mani e abbassò la testa.

Catherine abbassГІ la testa. "Nelle tue mani, o Signore, affidiamo umilmente questo soldato, il soldato Jones. In questa vita, l'hai abbracciato con il tuo tenero amore e liberalo ora da ogni male e offrigli il riposo eterno." Mentre pronunciava le ultime righe della preghiera, il soldato semplice smise di respirare. Rivoli di lacrime caddero dai suoi occhi. Li asciugГІ velocemente e si alzГІ in piedi.

"Se volete scusarmi, ho bisogno di riposare."

Non aspettГІ che il dottore le rispondesse. Alcune cose non era necessario dirle. Il dottore sapeva che era un'infermiera esperta e che in qualche modo faceva di piГ№ per i pazienti che avvolgere le bende pulite su di loro. Aveva usato quella conoscenza a suo vantaggio. Non poteva lasciarglielo fare mai piГ№.

Ognuno di quei soldati feriti la faceva pensare ad Ash e a come non avesse ricevuto nemmeno una lettera da lui da quando se n'era andato. Avrebbe potuto averle scritte, ma non era all'ambasciata per riceverle. Ogni giorno che erano separati, lei era preoccupata per lui e si era resa conto del suo errore troppo tardi. Senza modo per comunicare, non avrebbe mai saputo se stava bene, e questo la feriva molto piГ№ della morte del soldato.




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